24
January
2023
Tempo di lettura:
5 minuti
Giorgio Parisi
Ciao,
oggi partiamo per il secondo anno di paneburro, il nostro osservatorio intorno al mondo del retail.
Lo facciamo immergendoci nei flussi. Chi mi conosce sa quanto sono affezionato alla parola “flusso”, o meglio, al suo significato. La sua rappresentazione ci aiuta a comprendere la vitalità dei sistemi commerciali. È il rosso Doppler, del dia lux, del gradiente termico. Associamo il rosso alla vita e, nel disegno di sistemi che di questa si alimentano, il rosso rappresenta il successo del disegno e del disegnatore.
È Viola Cambié, R&D Computational Engineer di Lombardini22, che ci accompagna nell’esplorazione di questo tema.
Buona lettura!
Adolfo
Lo studio del movimento dei pedoni in uno spazio architettonico suscita da sempre un notevole interesse tra i progettisti. Oggi, grazie alla digitalizzazione, possiamo prevederlo, influenzarlo e renderlo efficace rispetto alla funzione a cui lo spazio è preposto.
Il periodo della Pandemia sembra aver accentuato la sensibilità di diverse figure professionali sul tema, prima per rispondere a necessità di distanziamento sociale e riduzione dell’affollamento, ora per migliorare l’esperienza all’interno degli spazi strizzando l’occhio alla qualità percepita degli ambienti.
Le dinamiche dei pedoni hanno, di fatto, un impatto importante su un’ampia gamma di applicazioni come il trasporto, l’architettura e il planning delle città, la pianificazione delle uscite d’emergenza, la miglior distribuzione dei desk in ufficio, il posizionamento dei punti attrattori in uno spazio commerciale, etc.
Dallo studio di pattern comportamentali comuni a chi si muove nello spazio architettonico sono scaturiti filoni di ricerca allo scopo di sviluppare modelli di simulazione del comportamento della folla.
Uno di questi filoni di ricerca si basa sullo studio della percezione che l’individuo ha dell’ambiente durante la navigazione dello spazio: attraverso l’acquisizione, l’organizzazione, l’utilizzo e il costante aggiornamento delle informazioni riguardo l’ambiente, viene analizzato il movimento delle persone da un punto divista cognitivo.
La dimensione percettiva dello spazio è, infatti, fondamentale per generare un movimento naturale – spontaneo - e determinare le precondizioni di utilizzo dello spazio.
Il movimento naturale la cui distribuzione è dovuta all’articolazione dei percorsi, al numero di cambi di prospettiva visuale che si susseguono lungo di questi, si combina così in modo armonico con il movimento attratto, dovuto alla presenza di attività insediate e di “ancore” dotate di potere attrattivo.
La percezione dello spazio nella sua totalità, durante la navigazione, avviene mettendo a sistema tre elementi:
- punti di riferimento (landmark);
- complessità del layout spaziale, vista come il numero di stanze e corridoi e la loro configurazione;
- prospettiva, da intendersi come la conoscenza che il soggetto ha del posto e che può portarlo a stimare distanze e grandezze.
Interagendo con queste tre variabili l’individuo costruisce una mappa mentale dell’ambiente in cui si trova, una rappresentazione semplificata dello spazio che gli permettedi orientarsi e navigare lo spazio intorno a sé. Una chiave di lettura coerente a livello locale ma non infallibile per una lettura globale del luogo. Quante volte infatti ci siamo sentiti “persi” mentre visitavamo uno spazio?
La navigazione può essere messa a dura prova da varie difficoltà che il pedone “percepisce” e deve quindi risolvere, come la mancanza o sbagliata collocazione di punti diriferimento e di accesso, di segnaletica, etc.
In questi casi si può migliorare (e di molto!) il wayfinding del visitatore, ovvero la sua capacità di orientarsi e muoversi in uno spazio. Come? Sviluppando una analisi del layout spaziale in termini di “accessibilità visiva” (con porzionidi spazio effettivamente visibili).
Space Syntax – teoria sviluppata negli anni ’70 presso la Bartlett School of Architecture di Londra dal prof. Bill Hillier – nasce proprio con lo scopo di analizzare il “ruolo sociale” dello spazio, misurandonela capacità di attivazione del movimento in gruppi di persone.
La teoria di Space Syntax si basa sul concetto di analisi configurazionale: il layout dell’edificio viene schematizzato in un “grafo”, un network composto da puntiche stanno ad indicare i diversi luoghi all’interno dell’edificio (stanze) e linee che ne rappresentano le reciproche connessioni visive (corridoi).
Il grafo ottenuto viene analizzato attraverso software specifici, con l’obiettivo di mettere in luce come la relazione tra gli spazi influenzi il movimento dei pedoni.
Quello che si ottiene è una mappa dello spazio con un gradiente di colore che va dal blu al rosso, rendendo visibile a colpo d’occhio “le aree calde”, ovvero quelle doveci si aspetta una maggior affluenza di persone.
Nel mondo del retail, tale analisi si concretizza nella progettazione di sistemi commerciali in grado di influenzare in maniera efficace l’esperienza delle persone e il loro movimento all’interno. Anche il posizionamento delle ancore, ovvero delle attività più importanti e dei punti attrattori per il pubblico, in maniera uniforme e ben distribuita influisce positivamente sulle dinamiche dei pedoni all’internodi tutto lo spazio e convoglia i flussi verso punti strategici. Inoltre, tale studio configurazionale contribuisce a migliorare l’esperienza umana, dando vita a uno spazio in cui sentirsi a proprio agio e orientarsi senza difficoltà, con il risultato di aumentare il tempo di permanenza all’interno dei centri.
È giusto quindi domandarsi se la struttura morfologica può condizionare il movimento, essere da guida o agevolare la visita in uno spazio? Sì, e gli strumenti di analisi messi a disposizione da Space Syntax sono particolarmente efficaci per questo, fin dalle prime fasi della progettazione. Durante la navigazione, la configurazione spaziale orchestra la natura narrativa del luogo: lo spazio è il contenitore di esperienze che noi viviamo mentre ci muoviamo al suo interno, e la storia che il progettista vuole narrare inizia proprio dalla progettazione dei percorsi, dai “vuoti” architettonici che diventano strumento compositivo generatore di emozioni.
Viola Cambié
"Alla fine tutto è connesso". La frase celebre dei coniugi Eames mi guida nella vita e nel lavoro. Mi piace combinare concetti e tecnologie, da discipline all'apparenza lontane, per sperimentare nuove applicazioni. Appassionata di scienza e mondo digitale alterno agli algoritmi momenti di puro "analogico" giocando, con un antico metodo di stampa fotografica, ad imprimere su carta suggestioni letterarie.
Condividila con i tuoi contatti o sui tuoi social
L22 Retail è specializzata nella realizzazione e riqualificazione degli spazi commerciali. Ha una visione chiara del processo che accompagna lo sviluppo di un Sistema Retail in cui competenze architettoniche, sociologiche e semiologiche si incrociano ad aspetti di analisi economica, marketing e comunicazione, commerciale e di sviluppo.
Fuori il:
24
January
2023
La prossima newsletter sarà presto disponibile. Iscriviti attraverso il form nella sezione apposita per essere avvisato al momento dell’uscita e non perderti tutte le altre news.