21
February
2023
Tempo di lettura:
4 minuti
Jules Verne
Buona lettura!
Adolfo
Immaginate di avere i biglietti per La Prima della Scala: qual è la cosa più importante da scegliere? Un abito degno dell’occasione, ovviamente.
Andreste mai da un sarto che prende le misure a occhio?
O che dà per buone quelle di tanti anni prima?
Potreste ritrovarvi con una camicia fuori taglia e un pantalone soffocante…
Tra i vantaggirispetto ai rilievi tradizionali (ancora utilizzati massivamente) ci sono: completezza unita a precisione, efficacia comunicativa e di analisi, riduzione degli errori di valutazione da parte dell’operatore, per il quale non è necessario “decidere” quali misure prendere, perché verranno calcolate tutte quella visibili. Una metodologia particolarmente importante per il retail e tutti quei settori che oggi vivono di refurbishment e interventi di riqualificazione, vero punto di partenza per la conoscenza del proprio asset.
A differenza di altri mercati industriali, dove i prodotti vengono realizzati su larga scala (automobili, smartphone, tablet, ecc.), il mondo dell’architettura e del costruito è invece basato su una logica diversa: ogni prodotto è prototipo di se stesso. In questo tipo di contesto, per chiunque voglia agire o intervenire su un edificio esistente, risulta determinante conoscere a fondo l’oggetto su cui si andrà a intervenire.
Quando parliamo di rilievi molti di noi pensano all’architetto, al geometra armato di bindella, o nel migliore dei casi di complessi macchinari ottici che sembrano usciti da un libro di Jules Verne.
Ed è proprio da lì che possiamo partire. La fotogrammetria aerea è stata infatti un’applicazione tecnologica molto fortunata, che ha consentito la mappatura di grandi aree e la loro restituzione cartografica fin dal 1862, tramite fotografie scattate da mongolfiera prima, e da aereo poi.
Molte delle carte tecniche regionali che ancora utilizziamo sono realizzate attraverso la medesima tecnica; ciò che è cambiato sono gli strumenti e di conseguenza la qualità del dato finale.
Tutto parte da un concetto molto semplice: la stereoscopia, cioè lo stesso fenomeno che sperimentiamo con la nostra vista, che ci consente di percepire le profondità e la terza dimensione di ciò che guardiamo, cosa che si ridimensiona notevolmente nel caso di osservazione con un solo occhio. È lo stesso principio dei libri 3d con gli occhialini a contrasto magenta-ciano, quelli con dinosauri o monumenti.
Fino agli anni Ottanta con l’utilizzo dello stereoscopio, impostato a dovere in base ai dati del volo aereo percorso, si riusciva ad allineare due fotografie identificandone i punti in comune.
Con l'avvento della tecnologia, questa tecnica ha subito un'evoluzione significativa, soprattutto grazie alla possibilità di elaborare le immagini in modo più automatico e preciso, correlandole tra loro e elaborando i dati spaziali che ricostruiscono un modello tridimensionale dell’oggetto fotografato.
Questo processo è oggi enormemente potenziato da algoritmi e intelligenza artificiale di alcuni software eccezionali, e ha trovato un ulteriore acceleratore nell’arrivo sul mercato di larga scala di droni con prestazioni ed equipaggiamento fotografico di alta qualità, a un prezzo relativamente contenuto.
Poter quindi utilizzare fonti fotografiche miste ci rende possibile realizzare rilievi molto completi di aree relativamente vaste e degli edifici localizzati sopra di esse, in tempi una volta impensabili.
La combinazione di queste tecniche con le ormai collaudate tecniche di laser scan e di posizionamento GPS (GNSS per la precisione) ci porta alla restituzione di nuvole di punti con accuratezza centimetrica.
Una volta ottenuto questo output, l’inserimento in software di modellazione BIM ci consente di discretizzare i dati ottenuti in modelli utilizzabili per la progettazione.
Avere quindi una base di partenza che discende da un processo di Reality Capturing come questo, evitando di approfondire la progettazione su documentazione incompleta, parziale, o semplicemente non verificata, e potendo ripetere i rilievi in varie fasi, anche a lavori in corso, ci da l’opportunità di investire il tempo in un processo progettuale di qualità.
Insomma, ci consente di fare un progetto davvero su misura… se lo sapesse il vostro sarto!
Paolo Citelli
Da bambino giocavo con Lego e Meccano, da grande gioco con la progettazione digitale. Sempre alla ricerca della prossima innovazione, motore di cambiamento, necessaria a disegnare il mondo di oggi e quello di domani.
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Paneburro è la newsletter mensile di Adolfo Suarez che raccoglie pensieri, riflessioni e suggestioni sul mondo del Retail. Storie e visioni del contemporaneo condite con il poco che abbiamo, che poi è l’essenziale. Un po’ alla bread&butter, come direbbero gli Inglesi, ma sempre con il nostro tocco creativo.
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