Se è vero che parlare contribuisce a costruire il pensiero, allora adottare un mindset nuovo può aiutare a sviluppare soluzioni inaspettate.
Mi ha entusiasmato ascoltare, in uno speech durante l’ultima edizione del Mapic, un intervento tenuto da un’esperta del mondo ESG sul settore Retail. Un discorso fresco, che proviene da un campo di competenza altro, ma che proprio per questo riflette sul tema scevro da ogni pregiudizio insito nel formato commerciale.
Un approccio positivo, un modo di affrontare l’architettura Retail come spazio pubblico, spostando l’attenzione dal mero disegno dei luoghi tradizionalmente dedicati all’acquisto per abbracciare tutto ciò che accade anche tra i negozi.
Arricchire il pensiero sull’evoluzione del settore grazie a punti di vista differenti aiuta a costruire pensieri nuovi, aprire finestre su paesaggi mai visti e accogliere prospettive d’osservazione inedite.
Un approccio all’architettura, questo, che supera la logica degli opposti e fa saltare le distinzioni nette tra tipologie di progetto, tra Retail Park e outlet, ma anche tra centro commerciale e centro storico.
E che si inserisce in una dinamica di flussi, in una logica guidata dalla necessità di soddisfare i bisogni e le sensibilità di una società che cambia: non solo esigenze di acquisto, ma anche e soprattutto di accedere a servizi, di incontrarsi, di generare ricordi, di condividere storie…
Aggiungere competenze diverse nel Retail introduce elementi di innovazione per il settore e crea un cambio di mindset che può trasformarsi anche in un fattore competitivo, in un’opportunità per tracciare nuovi percorsi e porsi un passo avanti rispetto al mercato.
Paneburro è la newsletter mensile di Adolfo Suarez che raccoglie pensieri, riflessioni e suggestioni sul mondo del Retail. Storie e visioni del contemporaneo condite con il poco che abbiamo, che poi è l’essenziale. Un po’ alla bread&butter, come direbbero gli Inglesi, ma sempre con il nostro tocco creativo.
