28
June
2022
Tempo di lettura:
5 minuti
Alessandro Baricco
Oggi abbiamo paneburro e metaverso, ve lo proponiamo per l’aperitivo!
Perché scriviamo di metaverso e cosa c’entra con il Retail? Provo a suggerire intanto tre motivi, senza voler essere esaustivo, per avvicinarci al tema:
1. Il Commercio: per progettare strutture legate alle attività commerciali dobbiamo comprenderne ragioni e logiche. Il Metaverso apre una finestra anche commerciale, che dobbiamo conoscere meglio.
2. Lo Spazio: come architetti disegniamo spazi, che siano reali o virtuali, la logica non cambia. È un’opportunità da esplorare.
3. La Curiosità: è un atteggiamento, e dobbiamo sempre nutrirlo.
Il come lo facciamo è attraverso una voce e un punto di vista giovane: Lorenzo si è inserito da poco nel nostro gruppo, è grazie alla sua curiosità che ci affacciamo a questo mondo.
Ammettiamo che siamo tutti curiosi del Metaverso da quando Mark Zuckerberg lo ha annunciato nell'ottobre 2021.
Esaminato attraverso la rappresentazione delle forme che esso assume nella contemporaneità, qui lo si vuole intendere non tanto come insieme di immagini mutevoli e neppure come ambito privilegiato per lo sviluppo di analisi sociologiche o economiche, piuttosto come uno strumento dinamico in trasformazione la cui complessità si articola attraverso l’interazione di spazi fisici e virtuali, come fenomeno che, nel procedere del tempo, è destinato a mutare le proprie forme e le proprie caratteristiche sistemiche.
Oggi la definizione di Metaverso risulta essere ancora piuttosto nebulosa. Lo si può figurare come una versione tridimensionale di internet dove gli individui possono muoversi, interagire e comunicare attraverso i propri avatar digitali.
Un mondo nuovo, parallelo. Un universo magmatico dove tutto è virtuale ma le esperienze e l’economia restano inalterate, quelle reali che conosciamo bene.
Un nuovo spazio da vivere al confine tra analogico e digitale, capace di trasformare la nostra esistenza in qualcosa di più ibrido e più fluido, dove spazio e tempo hanno regole diverse e le azioni più ordinarie come muoversi e toccare dovranno essere ripensate.
Questa non è più fantascienza da film e letteratura cyberpunk, ma una sempre più concreta realtà. Proviamo a metterla nella maniera più semplice possibile utilizzando le parole di Michele Falcone sul Corriere.it: “Prendete un computer o uno smartphone, collegatevi a internet su una delle piattaforme tipo Decentraland, Sandbox, Stageverse, create un account e un avatar. Per rendere l’esperienza più coinvolgente indossate i visori di realtà aumentata, comprate se volete dei token come moneta di scambio per eventuali acquisti, e il gioco è fatto.”
L’interesse per questo tipo di esperienze è aumentato drasticamente su di un ampio ventaglio di settori, dall’architettura al mercato immobiliare, dal design all’arte e alla moda, catturando l’attenzione di brand, investitori e molte categorie di consumatori. Anche il colosso dei fondi Blackrock punta fortemente su questa frontiera tecnologica e Bloomberg Intelligence la considera come una concreta opportunità di investimento nei prossimi anni.
Il potenziale di questo mercato risulta essere già tangibile dai grandi volumi che oggi riscontrano i primi oggetti “Metaverse-ready”, ovvero gli NFT (Non Fungible Token) che vengono scambiati e collezionati attraverso piattaforme Blockchain.
Con ceca lucidità si può affermare che la corsa al Metaverso è già partita, coinvolgendo oltre ai colossi Big Tech, come Amazon, Microsoft e multinazionali varie, anche chi opera al di fuori dalla rete.
Tuttavia il vero cambio di paradigma è stato compiuto dal mondo del fashion: Adidas con il progetto Into The Metaverse, un club esclusivo che mescola collezioni reali e virtuali; Nike ha inaugurato la città ideale Nikeland dove intrattenersi e praticare sport con il proprio avatar, ed ha acquistato RTFKT, società che vende sneakers digitali. Intanto si moltiplicano le iniziative di brand come Gucci, Balenciaga, Moncler che inaugurano le loro crypto-boutique nel mondo parallelo.Con ogni probabilità stiamo vivendo davvero una sorta di rivoluzione mentale oltre che tecnologica. Di fatto, scandagliando con neutra attenzione tali iniziative, ci rendiamo conto che le consuetudini più elementari del nostro vivere quotidiano stiano subendo una radicale metamorfosi.
Isolandolo a sterile procedimento di costruzione formale, un simile cambiamento si declina anche nei confronti del progetto di architettura. Questo non è più referenziale alle logiche e alle matrici ordinative dei precedenti processi conurbativi, interrompendo appunto quel fluire progressivo che identificava il progetto di architettura come manifestazione esplicita delle trasformazioni sociali.
In particolare va osservato il concetto di spazio come strumento per elaborare il progetto di architettura secondo il raffronto tra le dinamiche di quello fisico e le forme di quello virtuale. In tal senso, che tu interagisca o meno con uno spazio, esso esiste in un ambiente naturale.
Nel Metaverso non saranno in gioco regole o restrizioni della vita reale come gravità, problemi climatici o leggi fisiche. Pertanto, gli architetti hanno la libertà di superare le condizioni esistenti e creare ambienti eccezionali, addirittura autentiche opere d'arte.
D'altra parte, non tutti e cinque i sensi sono inclusi nello spazio del Metaverso; l'atmosfera viene fornita con fonti limitate e gli effetti visivi e audio sono più enfatizzati.
Una possibilità attuale di interpretazione dei fenomeni in atto forse si rivela maggiormente esplicativa in una lettura dell’architettura retail che, attraverso un nuovo modello interpretativo, dispone dei caratteri ordinativi del sistema in atto. Per ora i brand stanno sperimentando. Stanno usando un Metaverso ancora embrionale per poter sviluppare consapevolezza, coinvolgimento e loyalty nei confronti del marchio.
In tal senso, il processo di conversione dei visitatori in clienti, che oggi è molto meno efficace online rispetto a quello in negozio, potrebbe rendere la vendita al dettaglio online un’attività molto più redditizia e preziosa.
L’architettura diventa dunque un fatto virtuale o, più compiutamente, un insieme di spazi edificati, di spazi vuoti e di spazi di connessione fra loro interferenti e correlati nel tempo e in una nuova concezione di spazio, il cui valore e i cui significati si costituiscono e mutano attraverso un’accumulazione di necessità, di interpretazioni e di creatività.
Lorenzo Turnaturi
Ambizioso sognatore da "work hard play hard". In sostanza progetto accuratamente i miei sogni per renderli reali. Un'equazione in cui i parametri sono perseveranza, emozioni ed estetica. Unica incognita: il tempo. Ma che succede quando cominci a giocare con la fisica di tutto questo? Beh, diventi un architetto.
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